GIO PISTONE E' LA PRIMA ARTISTA DEL MOACONCEPT TRIBUTE
I muri dei giardini di un parco della città di Montevarchi sono stati la tela bianca sulla quale l'artista romana ha testimoniato la propria creatività sul tema dell'uguaglianza, valorizzando un luogo fino ad allora lasciato al degrado, inaugurando il progetto Moaconcept Tribute.
"L'arte rappresenta un mondo al di là del razionale e del visibile"
Cosa ti ha ispirato per realizzare la tua opera? La mia ispirazione principale proviene dalla forma particolare della costruzione che andrò a dipingere a Montevarchi. Ho letto molto su questo tema già da sola e con questo pretesto ho approfondito la mitologia intorno alle figure di Arianna, Minosse, Minotauro e del labirinto nell’arte antica e moderna e nella filosofia. Un tema enorme che andrò a tracciare brevemente nel mio intervento.
Che ruolo ha l'arte per te nella società oggi? L’Arte (parlo di tutte le arti non solo quella visiva) come in tutte le ere rappresenta il mondo che c’è oltre il razionale ed il visibile, un mondo che tutti vivono in parte e che hanno la fortuna di poter apprezzare liberamente. La libertà di scelta in questo campo deve essere sovrana.
In merito al tema che hai affrontato con la tua opera, che messaggio vuoi trasmettere a chi la osserverà d'ora in poi? Non amo dare messaggi perché credo che l’arte non debba indirizzare. Posso solo raccontare cosa ho pensato mentre lo progettavo ma tutto ciò non ha un senso se non in chi lo percepisce come tale. Un opera ha infiniti sensi e visioni ed è questo che rende un'opera immortale secondo me.
Raccontaci un episodio della tua vita legato al tema che hai affrontato. Sono entrata in un labirinto di specchi una volta ed è stato veramente strano. Già il labirinto di per sé rappresenta una sfida individuale, un momento di solitudine in cui ci si trova di fronte ad un problema da risolvere, un enigma, in più essendo di specchi vedevo la mia immagine ripetuta all’infinito, quindi è stata una sfida tra le varie me terrorizzante.
GIO PISTONE | BIOGRAFIA
"Un'opera d'arte ha infiniti significati e prospettive, ed è questo che la rende immortale, secondo me".
Nata a Roma, ha girato l’Europa fino ai 25 anni assieme alla “Sindrome del Topo”, gruppo di propagatori del sogno lucido, costruttori e inventori di strutture giocose con cui ha costruito un Labirinto mutante a Mostar in Bosnia Erzegovina. Poi torna a Roma con l’intento di fermarsi nella sua amata città e di viaggiare di più con la mente. Ci riesce con il collettivo SerpeinSeno, gruppo di disegnatrici comodamente sedute. Lasciato il gruppo, parte per un nuovo capitolo di viaggio finalmente sola. Le figure di fantasia di Gio Pistone, stilizzate e pulite, sono al limite dell’astratto, hanno occhi, mani e gambe ma sembra che siano pronte a perderli e a lasciare presto questa dimensione per esplorarne altre. Sono accese da una luminescenza particolare che sa di memoria o retaggio e continuamente chiedono a chi le osserva di essere alimentate dall’irrazionalità. La continua lotta con l’Io cosciente le restituisce in immagini frantumate dove diverse sub-creature si compenetrano e si sostengono in una simbiosi reciproca. Gio Pistone lavora dipingendo su muro, carta, legno, ferro e tutto ciò che di interessante trova per strada.
Ha lavorato per pubblicità, giornali e riviste (Drome Magazine, Liberazione, Illustrati – Logos, l’Unità, Corriere della Sera – Io Donna, Accattone, Dopress Books-China, Lucha Libre, STRA, Monsa Publications, Barcellona) e ha partecipato a mostre in Italia e oltre (presso il Museo MADRE di Napoli e l’Auditorium di Roma, Mondopop – Roma, Mostar Abrasevic Mladima – Bosnia Erzegovina, TrueHateArt la Rochelle – Bordeaux, MF Gallery – Genova, MF Gallery – New York, Cell63 – Berlin, Spazio Barnum – Bologna, Studio d’Ars – Milano). Ha partecipato a Festival come Scala Mercalli, Pop-up, Fra-Festival, MURo Museo di Urban Art di Roma, Art in Progress, Crack, Ratatà, VisionePeriferica.